Il biotrituratore è uno strumento indispensabile per trattare al meglio le biomasse ricavate dalla potatura del vostro giardino. Niente facilita un duro lavoro come un buon e fidato strumento in grado di farvi risparmiare tempo e fatica.
Informazioni generali sui biotrituratori
Il biotrituratore, o bio trituratore, è una macchina dotata di cilindri con lame rotanti estremamente affilate, o dotata di tamburi, in grado di sminuzzare, tagliare e macinare legna, residui della potatura, fino ai rami di un certo spessore, riducendo tutto il materiale inseritovi a semplice cippato, che occupa uno spazio ridotto in giardino, permettendo una maggiore fruizione delle proprie aree verdi. È uno strumento utile e necessario per la cura e la manutenzione del proprio giardino, capace di far convergere pulizia e riciclo: il materiale di scarto solitamente può trovare infatti vari utili impieghi (questo varia a seconda del tipo di materiale inserito nel biotrituratore).
Il trituratore può arrivare a sminuzzare anche i rami di dimensioni notevoli: in questo specifico caso il macchinario sarà meglio conosciuto col nome di tritarami. Il risultato dell’operazione di sminuzzamento messo in moto dal biotrituratore è un cippato più o meno finemente tritato che potrà essere comodamente smaltito nelle compostiere o riutilizzato come fertilizzante.
Esistono in commercio diverse varietà di trituratori: da quelli industriali o professionali, caratterizzati da un maggior numero di cilindri rotanti e una maggiore potenza, quelli semiprofessionali, fino al trituratore da giardino, più piccolo rispetto a quello industriali, ma ugualmente efficace per liberare il giardino da materiali vegetali ingombranti e infestanti. Va da sé che il tipo di macchinario da acquistare andrà scelto in base al volume di lavoro e alla grandezza delle proprie aree verdi.
Attualmente in commercio esistono due categorie di trituratori: il biotrituratore elettrico e il biotrituratore a scoppio. Diverse le caratteristiche di queste due categorie. I biotrituratori elettrici sono solitamente più silenziosi, indicati per giardini grandi fino a 500 mq e sono modelli hobbistici, di facile utilizzo. I modelli a scoppio o a diesel sono invece solitamente più rumorosi, ma in questo compensati da una maggiore potenza e da sistemi di taglio solitamente in grado di sminuzzare anche i rami di dimensioni significative; si tratta di modelli semiprofessionali indicati per aree di lavoro di medie e grandi dimensioni. I modelli industriali (o professionali) sono dotati di una potenza tale da arrivare a sminuzzare rami e legna di considerevoli dimensioni.
Un diverso tipo di caratterizzazione di questi macchinari risiede nel sistema di taglio in uso: abbiamo infatti abbiamo i modelli con funzionamento a lame e quelli con funzionamento a rullo. Le maggiori differenze stanno qui nella potenza di taglio e nella quantità di rumore prodotta dalla macchina in funzione. Solitamente i modelli a lame sono più rumorosi, ma sminuzzano il materiale inseritovi trasformandolo in pezzi molto fini. I modelli a rullo sono più silenziosi e il prodotto del loro lavoro sono solitamente delle striscioline di materiale fine che può immediatamente essere impiegato come fertilizzante, ma tendono a incepparsi quando incontrano del materiale grande o resistente.
Come funziona il biotrituratore
Ma come è composto un biotrituratore? Comprendere le parti di questa macchina può senza dubbio aiutare a comprenderne il funzionamento e facilitarne l’uso. Generalizzando, ciascun tipo di trituratore generalmente dispone di due aperture: una superiore attraverso cui inserire il materiale legnoso da sminuzzare, e un’apertura inferiore da cui la macchina espelle il cippato vegetale. Alcuni modelli posseggono una tramoggia a forma di cono rovesciato per facilitare l’inserimento del materiale da sminuzzare; questo verrà spinto verso la camera di frantumazione, dove vi saranno i rulli o le lame che lavoreranno gli scarti della potatura. Solitamente, prima che il prodotto sia espulso dall’apertura inferiore, si passa attraverso un sistema di griglie forate (solitamente regolabili e con diverse dimensioni) che porteranno alla produzione finale di un cippato dalle dimensioni uniformi.
Anche se apparentemente semplice, queste sono macchine complesse e potenzialmente pericolose, per cui è sempre bene utilizzare con buon senso e il massimo delle precauzioni: è bene indossare guanti, occhiali e scarpe da lavoro adeguate, al fine di evitare spiacevoli incidenti.
Caratteristiche di design dei biotrituratori
Per il tipo di mansione che devono svolgere, questi macchinari devono necessariamente avere alcune caratteristiche specifiche. La presenza di una tramoggia è indispensabile ad esempio per facilitare l’immissione dello scarto della potatura. Altrettanto fondamentali nei biotrituratori è il numero di lame che andranno a lavorare il materiale immesso: un numero maggiore di lame infatti significa un prodotto lavorato in maniera più fine e quindi, più facilmente smaltibile. Altra componente necessaria della macchina sono le griglie forate: solitamente c’è la possibilità di dotare il macchinario di griglie di diversa grandezza, a seconda del tipo di cippato che si desidera ottenere (ricordiamo che il cippato può essere riutilizzato in diversi modi, a seconda delle modalità di lavorazione e del materiale tritato). Ultima componente dei trituratori è la presenza di un vano di raccolta con capienza variabile a seconda del modello. Quest’ultimo solitamente è integrato al macchinario stesso.
Il design dei modelli hobbistici è solitamente all’avanguardia, studiato per essere maneggevole da chiunque e occupare il minimo spazio possibile durante le sessioni di manutenzione e di riposo del macchinario.
Il tipo di design cambia a seconda del tipo di esigenza: va da sé che i modelli hobbistici sono quelli dotati di una struttura più leggera e maneggevole dei modelli semiprofessionali e professioni. Il peso ha infatti una sua rilevanza specifica per quel che riguarda il tipo di lavoro da dover effettuare. Essendo, infine, progettato per permettere la gestione e l’eliminazione delle biomasse da potatura, non poteva essere manchevole di ruote, atte a facilitare lo spostamento del trituratore stesso.
Esistono in commercio modelli con i cilindri rotanti a bassa velocità per facilitare, in caso di inceppamento, la rimozione dei materiali incastrati. Sono modelli dotati di sistemi di sicurezza che bloccano la macchina fino al loro riavvio, permettendo di compiere l’operazione in tutta sicurezza.
Consigli su come usare i biotrituratori
Come tutti i macchinari e gli utensili da bricolage e da giardinaggio dotati di parti meccaniche estremamente taglienti, è bene prestare la massima attenzione durante il loro utilizzo. I bio trituratori e i trituratori in generale possono essere insidiosi e pericolo. È bene dunque dotarsi occhiali protettivi, guanti e scarpe anti-infortunistiche adatte allo scopo. Questo genere di macchina possono incepparsi quando il materiale inseritovi risulta essere di dimensioni maggiori rispetto al consentito o troppo duro per le lame o i tamburi. Bisogna sempre consultare il libretto delle istruzioni per ottenere una prestazione sempre al massimo. Nel caso vi sia un inceppamento della macchina, assicurarsi che la stessa sia spenta e aprire il vano che si affaccia sulla camera di frantumazione per visionare il problema.
Queste macchine sono solitamente affidabili se usate in maniera adeguata. Se il materiale è di dimensioni notevoli, è consigliabile, per non mettere sotto eccessivo sforzo la macchina, tagliarlo preventivamente in pezzi più piccoli. Solitamente a poter dare problemi sono i rami, che hanno diametri variabili e rischiano di bloccare il trituratore. La macchina ci facilita il lavoro in giardino, ma per farlo bisogna averne cura e trattarla come si deve per garantirne sempre le funzionalità.
Come scegliere il biotrituratore più adatto ai tuoi bisogni
Come scegliere il tipo di trituratore più adatto a te? Il primo parametro da prendere in considerazione è la mole di lavoro da dover affrontare: cioè, bisogna considerare le dimensioni del giardino. Sarebbe infatti solo uno spreco di denaro acquistare un biotrituratore industriale e ingombrante per eliminare gli scarti di un giardino di piccole dimensioni. Solitamente per dimensioni fino a 500 mq basta un trituratore da giardino elettrico, mentre per dimensioni medie e grandi solitamente sono indicati i modelli a scoppio o per i lavori più pesanti, i tritarami, capaci di smembrare rami di dimensioni ragguardevoli. Comprare un modello non adatto rappresenta anche un significativo spreco in termini di rifornimento oltre che in termini di stress: sono macchine rumorose, per cui durante il loro acquisto è bene tenere conto anche della quantità di rumore che saremo in grado di tollerare durante le nostre sessioni di lavoro.
Oltre a ciò, per fare un buon acquisto, oltre alle dimensioni del giardino, è bene tenere in considerazione anche il tipo di materiale da trattare: infatti alcuni trituratori sono più indicati di altri per specifici prodotti. Di certo non sarebbe saggio acquistare un tritarami per sminuzzare sterpaglia e foglie, col rischio di impastarlo e incepparlo! Solitamente un biotrituratore prezzi performanti si aggira in una gamma compresa tra le 200 e le 400 euro, prezzi che possono lievitare oltre i 500, ma che assicurano una qualità superiore. Sul web, ad ogni modo, è possibile trovare una vasta gamma di biotrituratore prezzi, per tutte le tasche. Non esistono caratteristiche specifiche che rendano questo strumento il miglior biotrituratore, ma solo caratteristiche che rispecchiano le attività che dovremo svolgere.
Cose da sapere sui biotrituratori
La gestione delle biomasse prodotte dagli scarti della potatura tramite questi macchinari è una svolta nel campo del giardinaggio, in quanto produce un considerevole risparmio di tempo e facilita non poco questo genere di attività di manutenzione. Non bisogna tuttavia sforzare questi macchinari oltre il loro punto di sopportazione: mantenerli efficienti è un preciso dovere di chi li acquista. Dalla loro efficienza infatti dipende il risparmio di denaro, di energie, di tempo ed è in più uno strumento che consente di far convergere pulizia e riciclaggio, dati i diversi utilizzi a cui può essere destinato il cippato a fine lavorazione del trituratore.
Fatti interessanti sui biotrituratori
Il prodotto dei biotrituratori è conosciuto generalmente come cippato. Questo, a seconda del materiale di cui è composto, può venire reimpiegato in vari usi interessante: dal cippato di legno si può ricavare una discreta quantità di pellet e combustibili vari facilmente reimpiegabili; se invece viene ricavato da foglie, erbe e radici, si ottiene del pacciame che può immediatamente essere reimpiegato come fertilizzante a basso costo per il proprio giardino. Questi sono solo alcuni esempi pratici dei prodotti di lavorazione dei biotrituratori. Va da sé che il materiale di scarto può anche essere portato direttamente in discarica, ma la capacità di riciclo di questi materiali è una ghiotta occasione di risparmio su altri materiali impiegabili in giardino: perché acquistare qualcosa che potrei benissimo produrre io stesso? Il miglior biotrituratore sarà capace non solo di farvi risparmiare tempo, ma anche denaro.
Vantaggi e svantaggi dei biotrituratori
Vantaggi:
- Risparmio in denaro per le pulizie in giardino.
- Risparmio in denaro e benzina per lo smaltimento degli scarti.
- Riciclaggio del materiale di scarto.
- Se il tipo di macchinario è un biotrituratore elettrico, risparmio in denaro per la miscela del motore rispetto ai modelli a scoppio o a diesel.
Svantaggi:
- Rumore più o meno prolungato durante l’utilizzo dei biotrituratori.
- Manutenzione costante.
- Inceppamenti.
- Dover mantenere una attenzione costante durante le operazioni di smaltimento dei materiali di scarto della potatura.